photo credit Claudio Pulicati
Maneggiare con cura.
Centro Artistico Alik Cavaliere, Milano 2016
a cura di Francesca Balena Arista
12-23 aprile 2016
Il Centro Artistico Alik Cavaliere presenta in occasione del Salone del Mobile 2016 una selezione di ceramiche dall’archivio del ceramista Alessio Sarri, che ha lavorato negli anni ai progetti di alcuni dei più noti nomi del design contemporaneo. Per l’occasione, saranno presentate anche due opere ceramiche di Alik Cavaliere.
Sarri ha realizzato ceramiche divenute icone, come quelle per Tendentse, Memphis, Anthologie Quartett e The Gallery Mourmans, tra cui spiccano le importanti collezioni firmate da Ettore Sottsass: Indian Memories (1987) e Antiche Ceramiche (1998). Ha portato avanti un suo percorso autoriale e ha prodotto nello stesso tempo ceramiche disegnate da altri appositamente per il suo marchio.
La sua attività nel campo del design inizia con Matteo Thun, di cui realizza i Rara Avis. Ogni collaborazione genera nel tempo riflessioni che segnano le tappe fondamentali del suo percorso artistico personale di ricerca e sperimentazione.
Negli spazi del Centro Artistico Alik Cavaliere saranno esposte sia le opere storiche e già consacrate provenienti dall’archivio Alessio Sarri sia i risultati delle esperienze più recenti, come la sua collezione “Touch me”, delicate porcellane che trovano nel movimento la loro essenza, e l’esperienza didattica con la giovanissima Jessica Russo dell’ISIA di Firenze, che attraverso l’incontro con la ceramica trasforma il tessuto in materia solida.
In questa mostra, Francesca Balena Arista chiama a riflettere sulle opere esposte Damiano Gullì, Marco De Santi, Chiara Fauda Piquet e Marta Elisa Cecchi, che ne danno una personale lettura e interpretazione.
Per il Centro Artistico Sarri ha realizzato appositamente due installazioni, in dialogo continuo con le opere di Alik Cavaliere: la prima introduce il visitatore allo spazio interno dello studio dell’artista e la seconda si sviluppa nel giardino. Queste istallazioni site specific sottolineano la qualità prettamente artigianale che caratterizza l’operato di Sarri e allo stesso tempo il senso profondamente rituale del suo lavoro, fatto di un’attenzione continua e di un “prendersi cura” delle cose sublimato in Arte.
Ma Sarri è anche un archivista compulsivo, che impacchetta diligentemente in casse di cui dimentica poi il contenuto prototipi e prove d’autore, riscoperti per l’occasione…Così come archivia la polvere dei suoi forni, sotto forma di stratificazioni di colori che si depositano alla fine del processo di cottura, e la conserva come testimonianza della sua personale geologia. Geology è infatti il nome di una serie di ceramiche di Ettore Sottsass, probabilmente uno dei progetti più complessi a cui Sarri ha lavorato, nel 2000; una sperimentazione il cui significato è rimasto talmente radicato nell’animo del ceramista da dare il via a un personale progetto di catalogazione: in ogni blocco incerto e polveroso estratto dal forno, in ogni strato di colore, Sarri rintraccia la memoria di una ceramica particolare, di un progetto, di un incontro fortunato.